Home > Lettura e bambini > Storie e racconti per bambini > Racconti per bambini con animali > Il corvo Birbolino impara a essere gentile

Il corvo Birbolino impara a essere gentile

In un angolo appartato e incantevole della foresta, dove la luce solare filtrava attraverso le foglie verdi, viveva un corvo di nome Birbolino. Birbolino aveva un piumaggio nero e luccicante che brillava come il carbone sotto il sole. Era noto in tutto il Bosco Verde per essere il corvo più goloso e egoista di tutti gli abitanti pelosi e pennuti.

Ogni mattina, con un volo maestoso, Birbolino si posava su un alto albero, situato al centro di una radura. Là, teneva il suo cibo prezioso tutto per sé, senza condividere neppure un briciolo. Ignorava gli sguardi tristi e affamati degli altri animali della foresta, anche quando le loro pance rimbombavano dalla fame e i loro occhi erano velati da una tristezza profonda.

Gli uccellini canori cercavano di intonare melodie per cercare di addolcire il cuore duro di Birbolino, ma lui si limitava a sgranocchiare il suo boccone con un’avidità insaziabile. I coniglietti, con orecchie lunghe e occhi grandi, facevano timidi tentativi di avvicinarsi, sperando in una condivisione amichevole, ma erano sempre respinti con uno sguardo sprezzante.

Nonostante fosse circondato da una comunità di creature affettuose e generose, Birbolino manteneva saldamente la sua regola d’oro: “Il mio cibo è solo mio!

Un giorno, mentre il sole stava sorgendo e il Bosco Verde si stava risvegliando con una sinfonia di suoni e colori, Birbolino decise di concedersi un lussuoso banchetto. Aveva scovato un succulento pezzo di formaggio profumato, che aveva abilmente sottratto a una giovane volpe addormentata. Era una boccone perfetto per il suo palato esigente.

Birbolino, con gli occhi scintillanti di gioia, si posizionò su un ramo basso di un grande albero per gustare il suo tesoro rubato. Il formaggio era così delizioso che Birbolino chiuse gli occhi e si abbandonò al suo sapore cremoso. Ma il suo desiderio di indulgere l’avidità lo portò a una terribile sventura.

Un problema inaspettato

Senza rendersene conto, Birbolino si avventurò troppo vicino a un albero imponente, dalle radici nodose e dalla corteccia rugosa. In un istante, con un tonfo cupo, il suo piccolo corpo finì intrappolato all’interno del tronco cavo dell’albero. Le sue ali nerissime erano ormai inutili, e non riusciva a muoversi di un millimetro.
Tutto a un tratto, la gioia che aveva sperimentato mangiando il formaggio si trasformò in terrore. Birbolino sentì la sua voce gracchiante echeggiare attraverso il Bosco Verde mentre urlava disperato: “Aiuto! Aiuto! Qualcuno, per favore, mi aiuti!”

Ma gli altri animali del bosco, che avevano tante volte conosciuto il rifiuto da parte di Birbolino, sembravano aver dimenticato la gentilezza. Ricordavano tutte le volte che aveva tenuto lontani da loro i suoi prelibati bocconi, e ora sembravano disinteressati alla sua disperazione.

I piccoli scoiattoli continuavano a correre tra gli alberi, gli uccellini cantavano melodiose canzoni, e persino gli altri corvi all’orizzonte sembravano non sentirlo. Birbolino si sentiva più solo che mai, intrappolato nel tronco vuoto e sperduto nella foresta che un tempo aveva ignorato.

Giorno dopo giorno, Birbolino rimase intrappolato nel tronco cavo, mentre il Bosco Verde continuava la sua danza vitale intorno a lui. La fame che aveva una volta ignorato come se fosse un fastidio insignificante, ora si faceva sentire come un ruggito implacabile nel suo stomaco. La sua piuma nera, solitamente liscia e lucente come il velluto, si arruffò, e i suoi occhi persero il loro bagliore.

L’orgoglio di Birbolino si sgretolava lentamente. La sua situazione che stava vivendo era diventata una maestra severa, ma efficace, e lui era finalmente pronto a imparare una lezione preziosa sulla gentilezza e la condivisione.
Finalmente, un giorno, mentre il sole dipingeva il cielo di rosa e oro, un giovane scoiattolo di nome Nocciolino si avvicinò al tronco cavo. Era un piccolo scoiattolo dal pelo marrone e gli occhi scintillanti di curiosità e compassione.

Un aiuto

Nocciolino disse gentilmente: “Birbolino, so che hai sempre tenuto il tuo cibo solo per te, ma ora hai bisogno di aiuto. Ti darò da mangiare, ma prometti che imparerai a condividere con gli altri una volta che sarai libero?”
Birbolino, affamato e umiliato, abbassò la testa in segno di assenso, un segno di promessa. La sua voce gracchiante sussurrò un debole “Sì.”

Nocciolino chiamò gli altri animali della foresta, comunicando loro l’importanza di aiutare Birbolino. Tutti, dai piccoli coniglietti ai maestosi cervi, si radunarono intorno al tronco cavo per offrire la loro assistenza. Insieme, lavorarono con diligenza e compassione per liberare Birbolino dal suo confinamento oscuro.
Fu un duro lavoro. Le zampe pelose scavavano, i becchi beccavano, e tutti tiravano insieme con un impegno inarrestabile. Dopo sforzi congiunti e momenti di fatica, finalmente sentirono un leggero scricchiolio, e il corvo Birbolino fu liberato dalla sua prigione di legno.

Una preziosa lezione

Birbolino uscì dal tronco, con gli occhi umidi di gratitudine. Aveva imparato una lezione che non avrebbe mai dimenticato: la gentilezza e la condivisione erano tesori ancora più preziosi di qualsiasi boccone di cibo. La sua trasformazione da egoista a generoso era iniziata, e il Bosco Verde sarebbe diventato un posto più felice ora, grazie anche alla gentilezza e generosità di Birbolino.

Ti è piaciuta questa storia per bambini? Scopri la nostra sezione sul sito con vari racconti per bambini con animali protagonisti!

Condividi