Molto tempo fa, in una remota e pacifica fattoria circondata da campi verdissimi, viveva una piccola rana, una creatura non più grande di un piccolo uovo di gallina. Ogni giorno, dalla sua posizione privilegiata in un luogo nascosto tra i cespugli, questa piccola rana assisteva alla scena della graziosa e maestosa presenza di un bue una bestia imponente, grasso e davvero imponente, mentre pascolava con eleganza e maestosità nel campo vicino.
La rana, pur essendo testimone della natura magnifica del mondo intorno a lei, iniziò a sentirsi insicura della sua piccolezza. L’umile ranocchio desiderava ardentemente essere come il possente bue che tanto ammirava. Un’ombra di invidia oscurava gli occhi della rana ogni volta che fissava il bue, e un desiderio crescente di cambiare la sua sorte iniziò a bruciare dentro di lei. Un giorno, mentre contemplava il bue con occhi invidiosi, la rana ebbe un’idea improvvisa. In un impeto di desiderio e ambizione, cominciò a gonfiarsi rapidamente, cercando di diventare più grande, più simile al bue da ammirare.
Il suo corpo, un tempo esile e leggero, si espandeva a vista d’occhio, finché sembrava quasi quanto il possente bue che tanto amava. La rana, gonfiandosi, si sentiva ora orgogliosa e si pavoneggiava davanti ad altre creature della fattoria, sfidando il loro giudizio con una domanda che suonava quasi come un grido di trionfo: “Guardatemi adesso, sono ben grossa?”. Gli altri animali, sorpresi dalla sua trasformazione, non sapevano cosa rispondere se non con l’ammirazione: “Non basta? Sei davvero cambiata, vecchia amica.” Tuttavia, la rana non sapeva quando fermarsi. La sua ambizione l’aveva accecata. Continuò a gonfiarsi e gonfiarsi, spinta dal desiderio di essere quanto più grande possibile. Ma alla fine, la sua ambizione la portò oltre i suoi limiti. Il suo corpo, troppo gonfio, non riuscì più a contenere la pressione interna e scoppiò, come una bolla d’aria e vanità.
Questa storia ci insegna che l’ambizione e il desiderio di essere qualcun altro possono portare a conseguenze disastrose. È un monito per ricordarci che è meglio essere se stessi, con tutte le nostre peculiarità, piuttosto che cercare di essere qualcun altro. La vera bellezza sta nell’accettare e apprezzare ciò che siamo, nella modestia e nell’autenticità. Quindi, in un mondo dove spesso si è spinti a sembrare più grandi di quanto si è, ricordate la lezione di questa rana e abbiate il coraggio di essere voi stessi, apprezzando le vostre unicità, come un tesoro prezioso
Nota
Questa è una versione modificata della favola di La Fontaine